11 Maggio 2025 5:17
11 Maggio 2025 5:17

Milano: inchiesta sui lavoratori museali, sfruttati con paghe da 4 euro

Milano – La Procura di Milano ha avviato un’importante inchiesta sulle condizioni di lavoro nel settore dei servizi museali e degli eventi, con particolare attenzione agli stipendi al di sotto della soglia di povertà. Sotto accusa è finita la Cooperativa Fema, fornitore di personale per alcune delle più prestigiose istituzioni culturali.

Secondo il decreto firmato dal PM Paolo Storari, il presidente della cooperativa è indagato per caporalato, con l’accusa di aver reclutato manodopera destinandola a lavori presso terzi in condizioni di sfruttamento, approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori. La retribuzione netta, secondo quanto emerso, oscillava tra i 4 e i 6,50 euro all’ora, ben al di sotto degli standard previsti dalla legge.

Controllo giudiziario e nomina di un amministratore

In seguito alle indagini, è stato disposto un controllo giudiziario d’urgenza sulla Cooperativa Fema, con la contestuale nomina di un amministratore giudiziario. Questo provvedimento mira a garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori e l’adeguamento degli stipendi ai parametri legali.

I committenti culturali coinvolti (estranei all’indagine)

La cooperativa forniva personale a importanti enti culturali di livello internazionale, tra cui:

  • Fondazione Teatro alla Scala
  • Piccolo Teatro di Milano
  • Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico
  • Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica
  • Orchestra Filarmonica della Scala
  • Fiera di Milano

Si precisa che tutti i committenti citati sono completamente estranei all’indagine, la quale riguarda esclusivamente la gestione interna della cooperativa e il trattamento economico dei suoi lavoratori.

Altre cooperative nel mirino

L’inchiesta della Procura non si limita a Fema. Anche le cooperative Domina e Socoma sono state oggetto di attenzione, sebbene i loro vertici non siano stati destinatari di provvedimenti di controllo giudiziario. Entrambe le società hanno infatti adeguato gli stipendi dei propri dipendenti, con incrementi salariali fino al 40%, rientrando così negli standard normativi.

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