Un precedente fondamentale per la tutela della salute psicologica
Milano – Un passo significativo per la tutela della salute mentale sul posto di lavoro è stato compiuto grazie all’intervento congiunto della FILT CGIL Milano e dell’INCA CGIL. Per la prima volta in Italia, è stato ufficialmente riconosciuto come infortunio sul lavoro un caso di stress post-traumatico derivante da un evento traumatico subito durante l’attività lavorativa.
Il caso dell’autista di STARFLY
Il caso riguarda un autista di linea della società STARFLY, coinvolto in un grave incidente durante il servizio. Il suo pullman, a causa di un malfunzionamento tecnico, ha preso fuoco, mettendo a rischio la vita dei passeggeri. L’autista è riuscito a mettersi in salvo grazie all’intervento di alcuni passanti, riportando solo lievi danni fisici.
Nonostante le conseguenze fisiche minime, nei giorni successivi l’autista ha cominciato a manifestare sintomi psicologici gravi, tra cui attacchi di panico, ansia e un forte senso di impotenza, che gli hanno impedito di riprendere il lavoro per diversi mesi. Nonostante il quadro clinico evidente, inizialmente INAIL non ha riconosciuto l’infortunio, escludendo il trauma psicologico dai danni legati all’incidente.
L’iniziativa della FILT CGIL e dell’INCA CGIL
A questo punto, è intervenuta la FILT CGIL Milano e Lombardia, supportata dall’assistenza legale e medico-legale dell’INCA CGIL, che ha avviato un’azione per il riconoscimento ufficiale del danno psicologico come infortunio sul lavoro. Dopo mesi di impegno e lavoro, l’infortunio da stress post-traumatico è stato finalmente accettato e riconosciuto ufficialmente come parte degli infortuni sul lavoro.