9 Maggio 2025 22:01
9 Maggio 2025 22:01

Calcio scommesse: la gioielleria Elysium di Milano si difende dalle accuse, “vendite regolari”

Milano – Si è svolto giovedì 17 aprile l’interrogatorio di garanzia per Antonio Scinocca (33 anni) e Antonino Parise (43 anni), soci e amministratori della gioielleria Elysium di via Pergolesi a Milano, al centro dell’inchiesta sul presunto riciclaggio di denaro legato alle scommesse sportive illegali che coinvolgerebbe alcuni calciatori professionisti.

I legali: “Solo vendite regolari di orologi di lusso, nessuna operazione illecita”

Al termine dell’udienza, l’avvocato Vincenzo Maiolo Staiano, difensore dei due imprenditori, ha dichiarato che i suoi assistiti hanno fornito la propria versione dei fatti. Chiarendo che tutte le transazioni oggetto di indagine erano relative a compravendite lecite di orologi, in particolare Rolex. E che non vi è stato alcun utilizzo illecito della gioielleria per movimentare denaro da scommesse.

“I miei assistiti – ha dichiarato il legale – hanno collaborato pienamente con la giudice, spiegando che si è trattato esclusivamente di operazioni commerciali trasparenti. Siamo fiduciosi che emergerà la loro totale estraneità ai fatti.”

L’indagine sulle scommesse illegali partì dai casi Tonali e Fagioli

L’inchiesta della procura milanese è nata da accertamenti su Sandro Tonali (ex Milan, ora al Newcastle) e Nicolò Fagioli (ex Juventus, oggi alla Fiorentina), due nomi di spicco del calcio italiano. Secondo gli investigatori, i due atleti – insieme ad altri calciatori – avrebbero scommesso ingenti somme su piattaforme non autorizzate, accumulando debiti significativi.

Rolex e bonifici: la presunta triangolazione finanziaria

Nel cuore dell’indagine ci sarebbe un presunto sistema attraverso cui le perdite da gioco venivano coperte tramite bonifici bancari destinati alla gioielleria Elysium, ufficialmente giustificati come pagamento per l’acquisto di orologi di lusso. In realtà, secondo la procura, quei fondi sarebbero serviti a saldare debiti maturati con i gestori delle scommesse.

In alcuni casi, emerge dagli atti, Fagioli avrebbe persino chiesto ad altri calciatori di effettuare bonifici per suo conto, mentre in parallelo venivano utilizzati prestanome e conti fittizi – come carte Postepay e conti Revolut – per mascherare i flussi finanziari.

Ricostruiti flussi per oltre 300mila euro: chiesti sequestri

Gli inquirenti hanno ricostruito movimentazioni sospette per una cifra pari a 300mila euro e avanzato richiesta di sequestro preventivo dei beni della gioielleria milanese. L’indagine è tuttora in corso e la gip Lidia Castellucci dovrà ora pronunciarsi sulla richiesta di arresti domiciliari per i due imprenditori.

L’ombra delle scommesse si allarga: altri calciatori nel mirino

Oltre ai nomi già noti, come quelli di Tonali e Fagioli, nella rete dell’inchiesta figurerebbero anche altri calciatori, tra cui Alessandro Florenzi, Nicolò Zaniolo, Weston McKennie, Leandro Paredes e Ángel Di María, oltre ad atleti di altre discipline. Alcuni, secondo i magistrati, avrebbero anche ricevuto vantaggi – come sconti sui debiti o bonus sui conti di gioco – per aver portato nuovi utenti nel sistema di scommesse illegali.

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