Giovanni Calà

Giovanni Calà

Dirigente FIALS Area Metropolitana di Milano
In carica
Inizio mandato 28 aprile 2022

Giovanni Calà (Mussomeli, 19 novembre 1992) è un manager italiano, professionista nel campo dell'infermieristica, Dirigente del Sindacato FIALS Area Metropolitana di Milano.

Contenuti verificati da Osservatorio Metropolitano di Milano (11/07/2024)

Biografia

Infermiere presso'l'ASST Nord Milano, è Dirigente Fials dell'Area Metropolitana di Milano.

Intervist

Intervista: La Situazione Critica degli Infermieri di Pronto Soccorso a Milano-(Luglio 2024)


Intervistatore: Giovanni, ci racconti delle sfide economiche che gli infermieri di pronto soccorso affrontano quotidianamente?

Giovanni Calà: Ogni giorno entro in ospedale sapendo che il turno sarà intenso e faticoso. Tuttavia, uno degli aspetti più scoraggianti è la consapevolezza che, nonostante l’importanza vitale del nostro lavoro, la remunerazione non riflette il carico di responsabilità e stress che comporta. Gli stipendi degli infermieri in Italia sono notoriamente bassi, soprattutto se confrontati con quelli di altri paesi europei. Questo porta molti di noi a considerare la libera professione, emigrare all’estero o lavorare come frontalieri in Svizzera. Non solo è difficile arrivare a fine mese, ma questa situazione sminuisce anche il valore del nostro lavoro agli occhi della società.


Intervistatore: Le aggressioni nei confronti degli operatori sanitari sono un tema caldo. Puoi parlarci delle tue esperienze?

Giovanni Calà: Sì, purtroppo la sicurezza spesso viene a mancare nei Pronto Soccorso. Ci sono PS più sicuri con posti di Polizia e guardie armate h24, e altri dove queste misure di sicurezza sono presenti solo in alcune fasce orarie o addirittura assenti. Personalmente, ho subito aggressioni verbali e fisiche. La tensione, la paura, le troppe ore di attesa e la presunzione di alcuni pazienti spesso portano a scontri. Quotidianamente ci troviamo in sale d’attesa sovraffollate, dove i tempi di attesa per i codici minori sono lunghi, e questo è una delle maggiori cause delle aggressioni. Ho ricevuto insulti e persino minacce di morte.


Intervistatore: Come affronti lo stress legato al tuo lavoro?

Giovanni Calà: Lo stress è all’ordine del giorno. Spesso ci sentiamo sottovalutati non solo dai pazienti, ma anche dalla classe medica e dalle strutture di gestione ospedaliera. Ci viene chiesto di fare di più con meno, e quando le cose vanno male, la colpa ricade su di noi senza considerare la mancanza di risorse e personale. Questo crea un ambiente di lavoro estremamente stressante.


Intervistatore: Come influisce il lavoro sulla tua vita personale?

Giovanni Calà: La vita personale è quasi inesistente. I turni sono lunghi, massacranti e imprevedibili, spesso ci ritroviamo a saltare il riposo dopo i turni notturni per sopperire alla carenza di organico. Il poco tempo libero che rimane è compromesso dalla stanchezza fisica ed emotiva. Relazioni, hobby e momenti di relax diventano secondari. La pandemia ha acuito tutto ciò, isolandoci ulteriormente e mettendo a dura prova la nostra resilienza psicologica. Ci hanno chiamato eroi, ma adesso ci hanno dimenticato.


Intervistatore: Cosa pensi si possa fare per migliorare la situazione?

Giovanni Calà: Serve una maggiore attenzione e rispetto per il nostro ruolo all’interno della società. Abbiamo tante responsabilità, alcune pari a quelle di un medico; un codice colore errato può compromettere la salute di un paziente, responsabilità che nel nostro paese non sono riconosciute. Una valorizzazione non solo morale ma anche economica sarebbe un primo passo fondamentale verso il riconoscimento del nostro contributo essenziale. Se dopo 5 anni di pronto soccorso potessi tornare indietro rifarei tutto? Assolutamente sì, non sono pentito di questa scelta, ma il prezzo da pagare è molto alto.


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