La battaglia di Parabiago

Articolo
Articolo di lunedì 8 aprile 2024
Protagonisti
Autrice
Laura Bajardelli
vedi altri articoli di Laura Bajardelli

Quando Ambrogio apparve e decise le sorti di una battaglia. La battaglia di Parabiago.

Una leggenda che si perde nella notte dei tempi ma è viva più che mai.

Era il 1339, a fronteggiarsi le truppe del Signore di Milano Azzone Visconti, guidate dallo zio Luchino, e i ribelli della Compagnia di San Giorgio, guidati dallo zio Lodrisio, che ambiva a spodestare Azzone. L’ennesima, tipica faida familiare.

Col favore delle tenebre rischiarate dalle prime luci dell’alba, Lodrisio lasciò Legnano e sferrò l’attacco alle truppe di avanguardia accampate a Parabiago e, anche grazie all’effetto sorpresa, già a mezzogiorno gli si consegnarono. Ma c’erano ancora truppe schierate nei borghi vicini, che sotto il comando di Luchino immediatamente reagirono puntando su Parabiago. Ma i ribelli londrisiani dominavano il campo di battaglia. Tra morti e feriti, un’ecatombe di uomini e cavalli e persino Luchino prigioniero. Ma accade qualcosa di imprevisto e stupefacente e le sorti della battaglia si ribaltarono. Da una nuvola bianca apparve a cavallo Ambrogio, sì, proprio Sant’Ambrogio, che invocato dalla fervida preghiera di Azzone sbaragliò i soldati dello zio Londrisio e ripristinò l’ordine. Per chi non crede alla leggenda, a capovolgere la battaglia fu in realtà il ferrarese Ettore da Panigo. Sta di fatto che, l’anno successivo, Azzone fece costruire la Chiesa di Sant’Ambrogio della Vittoria, e la celebre vittoria è immortalata sia nella Certosa di Pavia sia su una formella in bronzo che decora il portale maggiore del Duomo di Milano.

Questo episodio storico ammantato dalla leggendaria apparizione di Sant’Ambrogio che brandisce lo staffile – cioè una sorta di frusta - è ricordato anche in un mirabile gigante bassorilievo che campeggia nella sala del Consiglio comunale a Parabiago. E anche quest’anno i parabiaghesi hanno celebrato la battaglia e soprattutto l’intervento miracoloso con una partecipata rievocazione storica che si è tenuta sotto gli occhi vigili del Tarantasio. Chi era costui? Il biscione! Lo stemma dei Visconti è infatti ancora ben visibile sulla facciata posteriore di Villa Corvini, che il 7 aprile ha accolto Comune, Proloco e associazioni. Che Sant’Ambrogio torni avvolto nella sua nuvola

Pagine correlate