Milano Vapore/Lettera Aperta "UN ALBERTINI, SIA IL DRAGHI DI MILANO"
Testo Lettera Pubblica
ALBERTINI, SIA IL DRAGHI DI MILANO
Sembrano passati millenni da quando Gabriele Albertini progettava la Milano che poi abbiamo visto realizzata negli anni successivi da Moratti e Pisapia. La Darsena riqualificata, che era diventata forse la più potente attrazione turistica della città, oggi è ricordata per un concerto abusivo fatto in piena pandemia e dopo l’annuncio di massicci controlli. Insomma una Caporetto della sicurezza civica ma soprattutto un danno simbolico ma poi economico che la città pagherà a lungo con minore turismo, mancate sponsorizzazioni di eventi e calo dell’indotto degli esercizi commerciali lì vicini anche finita la pandemia. L’8 settembre di quest’anno lo stadio di proprietà della Juventus compirà 10 anni di fatturato e di posti di lavoro dati al suo indotto e dall’anno scorso l’ Atalanta gioca in Champions League nel suo stadio mentre Milan e Inter sono più indietro della Roma calcio nel definire un progetto del loro “campo da calcio cittadino”. Lo smart working adesso e domani l’home working infine rischiano di tenere lontano centinaia di migliaia di lavoratori ogni mattina entravano per lavorare a Milano. La ricaduta in termini economici sul mercato immobiliare degli uffici, degli esercizi commerciali e alle casse del comune alimentate da molti di loro con Area C, sembrano inevitabili. E’ stato non solo cancellato il piano parcheggi di Gabriele Albertini con la non realizzazione di più di 50 parcheggi interrati previsti, ma le amministrazioni Pisapia e Sala hanno e stanno mortificando la mobilità privata con interventi demagogici che hanno solo ottenuto un dannoso duplice effetto: “La cancellazione di migliaia di parcheggi stradali, con evidenti difficoltà per i cittadini che hanno la necessità di utilizzare il proprio mezzo e un forte danno economico per i commercianti, e il costante aumento del traffico in Milano che porta alla paralisi in molte strade della nostra città, prima fra tutte Corso Buenos Aires, esempio concreto dell’ottusità di queste due ultime giunte”. E se soffre la Milano degli uffici in centro soffre le periferie stanno ancora peggio perché dopo aver pagato un prezzo più alto in termini di vite umane al virus arriverà il conto anche di una crisi economica peggiore di quella del 2008. Chi guida la città oggi è chiuso nel bunker dei suoi video social mentre la sua maggioranza viene disorientata da politiche che scavalcano a destra la destra (il divieto di fumo all’aperto tra l’altro propagandato come mezzo per abbattere il Pm10) a costanti occhiolini alla parte più a sinistra della coalizione. In questo scenario quasi postbellico anche il centrodestra non riesce a fare emergere una leadership forte in grado non di fare comizi populisti ma di incarnare e realizzare un progetto complesso di rilancio di Milano come metropoli europea e internazionale nel mondo post-pandemia. A Milano serve una figura e una soluzione come quella che sta incarnando Mario Draghi al Governo Nazionale, che sappia parlare ed avere una maggioranza capace di superare gli attuali schieramenti. Già ci vorrebbe un Gabriele Albertini Sindaco del centrodestra, anche se il suo centrodestra era molto diverso da quello attuale. Ci vorrebbe un candidato Sindaco che come Gabriele Albertini sapesse esprimere e rappresentare la milanesità (l’umiltà di tanti piccoli gesti quotidiani, il lavoro incessante e la genialità creativa che fanno quell’unicità italiana riconosciuta in tutto il Mondo come il suo tratto più saliente). Ci vuole un liberale come lo fu Gabriele Albertini, capace non solo di avere mille e più attenzioni per la crescita del territorio e delle sue aziende, ma anche capace di far scoprire a Milano una sua inedita vocazione turistica internazionale (capace di attirare capitali ed investimenti dall’estero) e, di rilanciare la milanesità nel Mondo, sapendo così assurgere al ruolo del miglior alleato dell’attuale Presidente del Consiglio. Il rilancio di Milano sarà infatti strategico per il futuro dell’Italia intera. Attrattività del Sistema Paese, competitività, innovazione passano ormai, in un regime di federalismo fiscale, solo dal Capoluogo Lombardo e grandi sono le responsabilità del Primo Cittadino e della Giunta della Città, nel disegno del nostro futuro e di quello dei nostri figli.
Già ci vorrebbe di nuovo una canditura di un Gabriele Albertini capace di tenere viva quella tradizione di grandi Sindaci milanesi incarnata con colori politici diversi ma con grandi competenze e valore storico dai Buccalossi e dai Tognoli e che ora sembra smarrita.
Avvocato Giampaolo Giorgio Berni Ferretti (Presidente Associazione Milano Vapore)
Avvocato Mario Umberto Morini (Segretario Associazione Milano Vapore)
Gianni Rubagotti (Segretario Associazione per l’iniziativa Radicale Miriam Cazzavillan)
arch. Edoardo Dubini (Presidente Associazione MuoverMI)
Mirco De Carli (Popolo della Famiglia)
Pietro Chiappano (Popolo della Famiglia)
Rassegna stampa
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